CITTÀ D' ARTE

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Livorno
Livorno conserva il fascino dell’antica città marinara assieme al volto toscano per eccellenza, quello della città ideale progettata dal maestro del Rinascimento, Bernardo Buontalenti. Una città nata dunque all’insegna del contrasto, cosmopolita per natura, essendo l’attività portuale e marinara l’occasione privilegiata per l’incontro di culture, lingue, volti diversi.
In virtù del suo dinamismo intellettuale, Livorno ha fornito al panorama artistico e culturale internazionale uomini di grandissima levatura: la sensibilità lirica di Pietro Mascagni, l’esperienza pittorica del macchiaiolo Giovanni Fattori, il genio di Amedeo Modigliani sono il contributo dell’antica città marinara alla costruzione di una storia dell’arte e della cultura europea.

UN PO' DI STORIA....


La data di nascita di Livorno si fa tradizionalmente risalire al 28 marzo 1577, quando Cosimo I Granduca di Toscana, per assicurarsi uno sbocco sul mare, incaricò il Buontalenti di costruire una “città ideale”. Sul finire del Cinquecento la relativa liberalità del Granducato di Toscana, fortunata eccezione rispetto alla politica reazionaria degli altri Stati d’Italia, favorì l’insediamento a Livorno di comunità costrette a lasciare il luoghi d’origine a causa delle persecuzioni etniche, razziali, politiche o religiose. Fu così che a Livorno arrivarono Ebrei, Greci, Armeni, Inglesi e Olandesi che fornirono nuovo lievito per la maturazione culturale, politica e intellettuale della città. Durante il Risorgimento Livorno, tradizionale vivaio di anarchici e socialisti, fornì menti illuminate e consapevoli alla causa della libertà e indipendenza nazionale.

ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ


Il volto più suggestivo di Livorno è quello mediceo che la vuole “città ideale” con il suo patrimonio di fortezze e bastioni, torri e mura fortificate, nell’intrico che strade e canali disegnano nel rione antico della Venezia. Parchi, ville liberty ed edifici signorili testimoniano della vivacità di Livorno nel Settecento e nell’Ottocento, quando vennero aperti i primi “bagni”, chiamati ad inaugurare il fenomeno del turismo balneare in Italia.

Il lungomare.


La passeggiata che dal Porto giunge fino ad Antignano snodandosi sul litorale, è ovviamente la prima esperienza da fare a Livorno. Il percorso, l’ottocentesca “promenade” oggi battezzata Viale Italia, è fiancheggiato da eleganti palazzine e stabilimenti balneari, e lambisce la maestosa sede dell’Accademia Navale. Ad Ardenza Mare i “Casini” Granducali, tredici palazzine disposte a semicerchio, testimoniano l’antica vocazione turistica del territorio. La passeggiata sale poi costeggiando il “Romito”, una scogliera rosata di rara bellezza, per terminare a Quercianella, tranquilla località di villeggiatura immersa nel verde delle pinete.

La città medicea.


L’itinerario alla scoperta delle fortificazioni medicee parte dalla Fortezza Vecchia che domina il Porto Mediceo. Elemento di spicco è il Mastio di Matilde, sorto su antichi resti romani e successivamente inglobato nella cosiddetta Quadratura dei Pisani, una fortificazione costruita nella seconda metà del XIV secolo assieme alla rocca. Proseguendo lungo la Cinta Esterna si raggiunge la Fortezza Nuova, eretta fra il 1590 e il 1594 dal Buontalenti per ampliare il complesso dei bastioni della città. Ai primi del Seicento furono scavati i Fossi Medicei, caratteristica urbanistica tipica di Livorno, che ancora oggi la circondano.

Effetto Venezia.


All’interno delle fortificazioni pentagonali si trova l’autentica anima marinara di Livorno: un intrico seicentesco di strade e canali, ponti e quartieri un tempo sede di fervide attività mercantili e commerciali ed oggi teatro nei mesi estivi di una delle più suggestive manifestazioni cittadine, “Effetto Venezia”. Il quartiere della Venezia Nuova conserva intatto il fascino architettonico ed urbanistico del reticolo di stradine strette, canali e ponti.

ITINERARI DEL CULTO


Itinerario ecumenico


Fu proprio per sfuggire alle persecuzioni razziali e religiose che a Livorno si stabilirono nel tardo Cinquecento Ebrei sefarditi, Greci ortodossi, Armeni, Inglesi e Francesi che hanno lasciato vivide testimonianze delle rispettive fedi. Senza ghetti, Livorno è da sempre espressione dell’incontro fra culture diverse, che hanno saputo convivere nel rispetto e nell’arricchimento reciproco: i luoghi del culto che si possono visitare a Livorno ne danno opportuna testimonianza. Significativa a questo proposito è la via della Madonna, dove si trovano edifici di tre diversi culti cristiani, armeno cattolico e greco. In via Verdi si trovano la Chiesa Anglicana e, vicino al Cimitero inglese, la Chiesa Libera Evangelica. Nella zona di Piazza Grande è possibile visitare la Chiesa degli Olandesi, mentre a due passi dal Duomo di Livorno, in piazza Benamozegh, si trova il Tempio Israelitico. La cultura cristiana cattolica è autorevolmente testimoniata dalle Chiese di San Ferdinando e di Santa Caterina, la prima di impianto barocco e costruita nella prima metà del VXIII secolo, la seconda, detta anche Chiesa dei Domenicani, è un’imponente struttura a pianta ottagonale sormontata da un’alta cupola. In mezzo alle due chiese sorge il restaurato edificio dei Bottini dell’Olio, costruito in età medicea per le attività di depurazione e conservazione degli oli.

Itinerario mariano


Il percorso mariano parte da via della Madonna dove la Chiesa della Madonna e la Chiesa di Santa Maria del Soccorso meritano una visita. Il coronamento del percorso è il Santuario di Montenero, dedicato a Maria delle Grazie Patrona della Toscana, adagiato nel verde delle colline livornesi. Il Santuario della Madonna di Montenero nacque da un piccolo oratorio, costruito nel ‘300 per custodire la miracolosa icona della Madonna, rinvenuta da un pastore. Fu l’ultimo rimaneggiamento, nel 1710, a conferire al Santuario il volto attuale. Il santuario mariano di Montenero è da sempre meta di frequenti pellegrinaggi, come testimoniato dalla ricchissima Galleria degli ex voto. Per completare la visita, non perdete la farmacia del monastero e il complesso delle grotte ipogee.

MANIFESTAZIONI LOCALI


Attorno al 25 aprile si svolge il Trofeo di Vela Accademia Navale - Città di Livorno che ogni anno richiama 600 imbarcazioni provenienti da tutto il mondo. Duemila regatanti, equipaggi e skipper tra i migliori si trovano a Livorno per partecipare ad un appuntamento divenuto ormai classico nel calendario della vela italiana, che prevede oltre 75 prove di regata con 14 classi, presenti su 9 campi attivi contemporaneamente. Numerosi eventi di carattere culturale ed artistico accompagnano questa importante manifestazione dedicata al mare e ai suoi divertimenti. Tra giugno e luglio a Livorno è la volta delle Gare Remiere tra i Rioni cittadini. La più importante delle manifestazioni che si svolgono in questo periodo dell’anno è il Palio Marinaro che si celebra a luglio nel braccio di mare prospiciente la Terrazza Mascagni. E’ la sfida cittadina per eccellenza, nella quale i Rioni livornesi si contendono il “drappo”. Alla fine del mese di giugno si corre la Coppa Barontini, una manifestazione remiera in notturna di assoluta suggestione. A sfidarsi sono ancora una volta i Rioni cittadini che però si cimentano in una gara a cronometro lungo i canali di Livorno, attraversando i quartieri storici parati a festa. La Coppa dei Risi’atori, che si svolge in mare aperto alla fine di giugno, ha addirittura origini medicee: il nome della manifestazione deriva dal verbo “arrisicare” che anticamente aveva il significato di rischiare la propria vita e, in questo caso, fa riferimento ai marinai che mettevano a repentaglio la loro andando coraggiosamente per mare. A questa competizione, che parte dalla Torre della Meloria per tornare in porto dopo otto chilometri di gara, possono partecipare solo gli otto rioni più forti. Alla fine del mese di luglio è invece in programma Effetto Venezia, una manifestazione che anima con momenti intensi di musica, spettacolo ed arte di strada il quartiere storico della Venezia a Livorno. Il suggestivo intreccio di canali, stradine strette, ponti e borgate si anima di bancarelle e mostre artigiane, affiancate a suggestivi spettacoli di intrattenimento e specialità tipiche della gastronomia locale.

La cucina livornese


Il cosmopolitismo illuminato e la propensione alla contaminazione culturale, tratti forti dell’identità livornese, sono finiti anche nel piatto, trasformandosi in Cacciucco.
Lo stesso nome della celeberrima pietanza deriva da una versione popolare del termine cuscus, “cuscussù”. A sentire gli storici della cucina, si direbbe che il cacciucco non sia soltanto il frutto del miscuglio di ingredienti diversi, ma anche di ricette diverse. Pare insomma che nessuno dei popoli passati dalla città marinara abbia resistito alla tentazione di lasciare un segno, magari una ricetta o un ingrediente della cucina di casa sua. La zuppa di pesce, con il sugo denso e saporito e i crostini di pane, si gusta al meglio con un vino rosso giovane, così come le eccellenti triglie alla livornese.
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